venerdì 10 aprile 2009

I nuovi Addams...

I Tenembaum (2001), sorta di famiglia Addams al contrario - cioé famiglia disfunsionale realmente nera - rappresentano l'esordio hollywoodiano di quel genietto texano che è Wes Anderson. Sotto le mentite spoglie di una commediola pop incentrata su un gruppo familiare sgangherato e dissestato («una famiglia di pecore nere» dice uno dei protagonisti), il regista mette in scena in realtà un'opera che gronda autocompiacimento cinefilo e letterario. E paradossalmente si deve addebitare proprio a questa spocchia addizionale, a questo surplus non richiesto, il fatto che la pellicola funzioni, e pure alla grande. Anderson, infatti, non prova neanche lontanamente a nascondere la matrice intellettuale del suo lavoro, propinandocela con così tanta classe (il film ad esempio è diviso per capitoli, come leggessimo un libro) da farcene sentire parte. Come non intenerirsi allora per l’ipocrita e meschino Royal (un Gene Hackman da mozzare il fiato), della dolce e spaesata Gwyneth Paltrow (pelliccia indossata come un accappatoio, occhi bistrati, molletta rossa tra i capelli, dito di legno, un marito neurologo alle prese con esperimenti incomprensibili), del malinconico genio della finanza Ben Stiller con coppia di figli al seguito, tutti in tuta rossa come vestito abituale, sempre pronti alla fuga? Simpatici e mostruosi, i componenti de I Tenenbaum si muovono con leggerezza fumettistica all'interno di un disastro garbato, sguazzando in uno humor molto «inglese» (non casuale Hey Jude dei Beatles in colonna sonora) che conquista. Cast esplosivo, belle musiche. Applausi.

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