venerdì 9 ottobre 2015

I capelli di Harold Roux...

Aaron Benham insegna letteratura inglese in un’università del New England. Ha una bella casa nei sobborghi residenziali della città, una moglie e due figli che stanno diventando grandi - ed è nel pieno di una crisi di mezza età. Ha preso un anno sabbatico e sta cercando di scrivere un romanzo che non riesce a scrivere, continuamente distratto dalle persone che ama e che hanno bisogno di lui e dai ricordi che continuano ad affiorargli alla mente, dalla nostalgia, dai rimpianti. Il suo romanzo, I capelli di Harold Roux, è «una semplice storia di seduzione, follia e omicidio», come lo definisce lui stesso. Allard, il protagonista, ha poco più di vent’anni ed è appena tornato dalla seconda guerra mondiale. Non ha dubbi sulla bestialità dell’uomo, non crede nella violenza ma è spaventato dalla gioia che a volte il pensiero della violenza gli procura. Vuole diventare uno scrittore, sogno che condivide con Harold Roux, suo compagno di università e rivale intellettuale, che ha perso i capelli durante la guerra e indossa un terribile parrucchino; entrambi corteggiano Mary, una ragazza bellissima e naive - l’innocente, onesta, dolce America, la ragazza della porta accanto -, ma Allard è anche attratto da Noemi, la sua compagna di stanza, una militante comunista di buona famiglia che, come ogni ragazza borghese, conosce il linguaggio preciso del contatto fisico. Più Aaron mescola passato e presente e il romanzo prende forma, più appaiono in controluce i suoi stessi anni al college, le sue inquietudini di allora, i ricordi di un gruppo di amici abbastanza giovani da ricordare la cacciata dal paradiso.
Thomas Williams (1926-1990) è nato in Minnesota e ha trascorso la maggior parte della sua vita nel New Hampshire. I suoi racconti sono apparsi spesso, tra gli altri, sull'«Esquire» e sul «New Yorker» e sono stati raccolti in due volumi, il secondo dei quali, Leah, New Hampshire, pubblicato postumo. Ha inoltre scritto otto romanzi. È stato candidato per il National Book Critics Circle Award e due volte per il National Book Award, che ha vinto nel 1975. I capelli di Harold Roux è il suo primo romanzo tradotto in italiano (Fazi editore). Fra i suoi studenti e ammiratori si annoverano, tra gli altri, Stephen King, John Irving e Andre Dubus.

«Thomas Williams era uno scrittore meraviglioso. Scrisse un romanzo intitolato I capelli di Harold Roux, uno dei miei libri preferiti, su uno scrittore di nome Aaron Benham. Benham dice che quando si siede per scrivere un libro è come se si trovasse su una pianura buia con un fuocherello minuscolo. E qualcuno arriva e si avvicina al fuoco per scaldarsi. E poi arriva altra gente. E quelli sono i personaggi del tuo libro, e il fuoco è la tua ispirazione. E loro alimentano il fuoco, che si fa più grande, e alla fine si spegne perché il libro è finito. Per me è sempre stato così. Quando cominci, è molto freddo, una sfida impossibile. Ma poi magari i personaggi cominciano a prendere un po’ di vita, oppure la storia ha una svolta inaspettata... A me succede spesso perché non mi faccio scalette, ho solo un’idea vaga in mente. E quindi ho sempre la sensazione di trovare qualcosa, più che di fare qualcosa. È eccitante. È elettrizzante». Stephen King

1 commento:

CREPASCOLO ha detto...

Era poco dopo il crepuscolo e faceva freddo. Se avessi avuto un fiammifero, uno zippo, della benzina o una lente acrei dato fuoco alla scaletta che trascinavo meco e che la mia socia Svetlana mi aveva detto esser un raro Garpez del valore di ottanta milioni di corone che aveva preso in prestito, senza dirlo ad anima viva , dal monumentale museo di cui era storyteller interinale.
La luce lontana mi sembrò un miraggio. Poi ricordai che il miraggio non funziona così. Salito sul Garpez, realizzai che era un fuocherello minuscolo. Mi misi quasi a correre, inciampando + volte nella stramaledetta opera d'arte e arrivai di fronte ad un tale che stava cuocendo il suo toupet su di uno spiedo. Non lo mangiò tutto ed io appesi il cespuglietto brucciacchiato sopra il Garpez quando lo portai dal collezionista che ne avevva commissionato la vacanza. Lo pagò il doppio della sua quotazione di mercato.